I caffè storici

Caffè Greco

Fondato nel 1760 da Nicola della Maddalena, il nome del locale fa riferimento alla sua nazionalità greca, probabilmente esisteva già da alcuni anni

Il suo aspetto non era molto differente da quello attuale,ha mantenuto infatti le stesse caratteristiche nell’arredo e nei tavolini ricoperti da marmi antichi, nelle salette piene di opere d’arte, foto e oggetti che testimoniano della sua storia.

Gli interni eleganti, ricordano nei dettagli le antiche battaglie e gli illustri nomi. Pitture, autografi, lettere, documenti storici sono conservati in questo locale dall’aurea ottocentesca, profumata di leggende. L’indimenticabile Sala Omnibus, così chiamata per le sue dimensioni, è un crogiuolo d’arte.

La sua notorietà ebbe inizio nel 1779 quando cominciò ad essere frequentato da Johann Wilhelm Tischbein, Karl Philipp Moritz e Wolfgang von Goethe . Ben presto divenne luogo preferito d’incontri di artisti germanici.

Il suo successo si consolidò nel 1806 quando, a causa del blocco continentale imposto da Napoleone per combattere gli inglesi, il prezzo del caffè salì vertiginosamente. Tutti i caffè di Roma,pur di mantenere il prezzo di ogni tazza invariato, si arrangiarono con i ceci, la soia o le castagne; il proprietario del Caffè Greco,invece, seguì utilizzando vero caffè ma servendolo in tazze più piccole.

Frequentato tra gli altri da Stendhal, Arthur Schopenhauer, Mark Twain, George Byron, Percy B. Shelley, che abitava poco distante, e il giovane poeta inglese Keats , Carlo Goldoni, Giacomo Leopardi, Gabriele D’Annunzio numerosi musicisti, tra cui Franz Liszt, Hector Berlioz, George Bizet, Gioacchino Rossini, Jacob Mendelssohn, Giovanni Sgambati, Arturo Sgambati, Arturo Toscanini, Charles Gounod e Richard Wagner

Caffè Notegen

Nel 1875 Giovanni (Jon) Notegen, droghiere di un villaggio svizzero, si trasferisce in Italia e a Roma apre una drogheria in Via Capo Le Case. Nel 1880 si trasferisce in Via Del Babuino 159, dove alla drogheria aggiunge il Bar-Caffetteria, una torrefazionee, nei locali sottostanti,una fabbrichetta di marmellate che ha molto successo.

Nel dopoguerra il locale è ormai una istituzione. La sera, dopo lo spettacolo, vi si ritorna per chiudere la giornata. Tra i tanti artisti che hanno frequentato questo storico locale, Carlo Levi, Corrado Cagli, Adriano Olivetti. Veniva Giovanni Spadolini, D’Annunzio, Flaiano e Guttuso.

Nel 1985, Tommaso Notegen si ritira in Spagna. La polemica si trasferisce prima in Consiglio Comunale che invoca la Legge Mammì e ne interessa la Sovrintendenza ai Beni Culturali, e poi in Parlamento dove viene chiesta la salvaguardia del caffè.

Notegen, quindi, diventa una società di cui fa parte Reto e Teresa Notegen,  che si propone di continuare l’opera iniziata da Giovanni Notegen e al tempo stesso venire incontro alle esigenze culturali della zona, ma anche alle aspettative di quanti vogliono che questa antica istituzione così cara a tanti, non scompaia. Oggi Notegen è un Cafè nel senso francese del termine dove si possono consumare e gustare piatti caldi e freddi, semplici e rapidi. E’ fornito di 100 posti a sedere e di un ottimo servizio.

Caffè Aragno

Innaugurato nel 1888 e situato in Via del Corso presso Palazzo Marignoli divenne luogo di incontri e di fermento culturale fin da subito, la sua famosa “terza saletta” è il “sancta sanctorum della letteratura, dell’arte e del giornalismo”, qui si ritrovavano infatti artisti già affermati e d’avanguardia, che trascorrevano intere giornate discutendo di arte e politica.

Le sue pareti color tabacco, arredate da grandi specchiere e due finestre che si aprivano su via delle Convertite hanno visto passare personaggi come Vincenzo Cardarelli, Giuseppe Ungaretti e Mario Broglio.

Nei primi anni Quaranta divenne sede di numerose riunioni di giornalisti che facevano la fronda al fascismo in maniera più o meno aperta, come Mario Pannunzio, Sandro De Feo, Ercole Patti e Mario Missiroli. Da lì, alla caduta del fascismo il 25 luglio del ’43, Pannunzio, insieme con altri giornalisti, si mosse per occupare la redazione del “Messaggero” e far pubblicare in prima pagina la notizia della cattura di Mussolini e della fine del regime.

Il Caffè Aragno  superato indenne il rischio di demolizione nel 1883, la bomba esplosa nel 1906, l’avvento del fascismo, il rinnovo del 1932 e la cessione all’Alemagna nel 1955 oggi è stato trasformato in una sorta di fst food.

Sala da tè Babington

Fondata nel 1893 da da Isabel Cargill e Anna Maria Babington. Queste due ragazze inglesi di buona famiglia vennero a Roma con l’intento di  aprire una sala da tè e di lettura per la comunità anglosassone, quando ancora il tè poteva essere acquistato solo in farmacia.La sala venne inizialmente aperta in via Due Macelli, ma visto il grande successo l’anno seguente fu trasferita in piazza di Spagna nel prestigioso palazzo adiacente alla scalinata di Trinità dei Monti.

È stata meta, prima dell’ultima guerra, di nobili inglesi e di artisti di ogni nazionalità che si sono mescolati poi nel secondo dopoguerra con molti letterati come Elsa Morante, Giorgio Bassani e numerosi giornalisti romani.

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